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Arciconfraternita Vaticana di Sant’Anna de’ Parafrenieri
00120 Città del Vaticano

 

Chiesa:
Santa Caterina della Rota in Roma

ARCICONFRATERNITA VATICANA DI SANT'ANNA DE' PARAFRENIERI

 

santanna@parafrenieri.org

Storia


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PARAFRENIERI, GENTILUOMINI DI CORTE

Storia

Gentiluomini di Corte, addetti a mansioni di fiducia legate all'esercizio del potere papale, i Parafrenieri Pontifici (dal termine "parafreno" ossia cavallo da parata) erano figure simili agli Scudieri della corte imperiale o regia. Lasciarono il Palazzo Lateranense seguendo Innocenzo III (1198-1216) quando, sul "Mons Saccorum" già fortificato da Leone IV (847-855), costruì il Palazzo per sè e per la sua Corte. L'Arciconfraternita  risale  tradizionalmente  al  1378 

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quando, tradizionalmente al 1378 quando, con il consenso del Papa Urbano VI, l'Ordine dei Parafrenieri del Pontefice si riuniva sistematicamente presso un altare della precedente Basilica di San Pietro. 

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SANT'ANNA LA PROTETTRICE

L'Altare fu dedicato a Sant'Anna, che nominarono loro protettrice, quasi sicuramente perchè nello stesso anno il Papa ne estese il culto all'Inghilterra ed istituì, con la Bolla "Splendor", la festa della Santa il giorno 26 Luglio.

La dignità dei Parafrenieri Pontifici raggiunse un notevole livello anche in relazione alle mansioni che essi erano chiamati a svolgere. Furono insigniti dei titoli di Prelato e Conte Palatino, cioè Conte di Palazzo, carica altissima di nomina papale superiore ai titoli di Conte o Marchese conferiti dai Principi di stati minori.

A loro fu conferita anche dignità di Notaro, Cappellano, Nobile, Beneficiato e perfino di Canonico. Essi avevano inoltre facoltà di creare Dottori in Teologia, in Lettere, di conferire il Baccellierato, di creare Notari e di legittimare bastardi. Tali concessioni e conferme furono di Innocenzo VIII, Clemente VII, Paolo III e Giulio III.​

Il 19 Aprile 1507 Giulio II istituì il "Nobile Collegio de' Parafrenieri Pontifici", che fu poi confermato da Leone X il 15 Aprile 1517. L'applicazione dei decreti relativi ai 

benefici ecclesiastici, emanati dal Concilio di Trento, colpirono irrimediabilmente i Parafrenieri che persero parte dei loro privilegi. L'Arciconfraternita ne subì le conseguenze. Nella Confraternita dei Parafrenieri del Papa furono in seguito ammessi quelli dei Cardinali, degli Ambasciatori, delle "Corone": Impero, Francia, Spagna e Venezia (1613); nel 1696 quelli dei Prelati che hanno l'uso de' fiocchi e nel 1702 quelli del Senatore di Roma, dei Maggiordomi di S.S. e dei Principi.

IL DECANO GENERALE

Ogni anno veniva eletto tra i Confratelli il Decano Generale che presiedeva al Governo della Confraternita. Dato il gran numero di Parafrenieri stranieri, venne stabilita una netta suddivisione in quattro "Nazioni": Teutonica, Francese, Spagnola e Italiana. Da una di dette Nazioni, a turno, si eleggeva il Decano Generale. Diminuendo poi il numero dei Parafrenieri stranieri, all'inizio del XVI secolo il papa Paolo V ordinò che per l'avvenire "il Decano Generale si dovesse eleggere da qualunque Nazione".

Essendo composta da persone molto vicine al Santo Padre e appartenenti alla Corte Pontificia, la Confraternita ebbe molti privilegi spirituali e fu largamente protetta dai Papi.
Pio IV, con "motu proprio" del 20 novembre 1565, concesse l'edificazione di una Chiesa dedicata a Sant'Anna, su di un'area di proprietà dell'Arciconfraternita e attigua al Palazzo Apostolico, che divenne Sede arciconfraternale.

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LA CHIESA DEL VIGNOLA

La chiesa, progettata dal Vignola ed iniziata nello stesso anno, fu la prima di Roma a pianta ellittica. Inaugurata nel 1583 fu completata nel 1775.

Conseguentemente alla nuova Sede, i Confratelli aumentarono di numero e Sisto V volle, con Breve del 1589, che il Sodalizio avesse la facoltà di liberare un condannato "a qualunque pena, anche di morte".
Altri Pontefici concessero privilegi e contribuirono ai restauri della  Chiesa. Nel 1603 l'Arciconfraternita incaricò il Caravaggio di dipingere un quadro della Santa con con la Vergine ed il Bambino, da collocare  sul proprio altare in San Pietro.

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LA MADONNA DEL CARAVAGGIO

L'opera, per ragioni non ancora totalmente chiarite, venne respinta dai Canonici ed il Sodalizio la cedette al Cardinale Scipione Borghese.

Oggi, nella Galleria Borghese, è nota come Madonna dei Parafrenieri.

Venuto meno l'uso del cavallo, la classe dei Parafrenieri continuò di diritto in quella dei Sediari Pontifici, cioè di coloro che portavano il Papa in Sedia Gestatoria fino ai tempi più recenti, conclusisi col Pontificato di Giovanni Paolo I, e che ora prestano Servizio di Anticamera, nelle Cerimonie, e nelle Udienze private e Generali ed in quelle riservate agli Ambasciatori e ai Capi di Stato.

Il Sodalizio rimase nella detta Chiesa fino al 1929 quando, in seguito al Concordato, il tempio e i locali annessi divennero Parrocchia della Città del Vaticano ad opera di Pio XI che si preoccupò di dare nuova sede all'Arciconfraternita nella Chiesa di Santa Caterina della Rota su Via di Monserrato in Roma.

Per antica dignità, Protettore della Venerabile Arciconfraternita era Cardinale Decano del Sacro Collegio. Per antica dignità, Protettore della Venerabile Arciconfraternita era il Cardinale Decano del Sacro Collegio.  

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Fra i Protettori vale ricordare il Cardinale Enrico Benedetto Stuart IX Duca di York. Ultimo Cardinale, prima dell'abolizione di tale carica, fu Eugenio Tisserant.

Primicerio dell'Arciconfraternita è il Prefetto della Casa Pontificia.
Il Sodalizio annovera inoltre gli appartenenti alla Prefettura della Casa Pontificia, Prelati inclusi, gli appartenenti all'Anticamera Pontificia, alla Segreteria di Stato, ai Sacri Palazzi Apostolici ed alcuni meritevolielementi esterni.

I MEMBRI DELLA CONFRATERNITA

I membri dell'Arciconfraternita si distinguono in Confratelli e Consorelle Professi e Fratelli e Sorelle di Devozione, Ecclesiastici e Laici. L'Arciconfraternita esprime nel servizio al Papa, nel culto e nella venerata custodia del proprio Sepolcreto nel Campo Verano in Roma, una ininterrotta continuità.

Allo spirito di un tempo si è sostituita una nuova coscienza che dopo il Vaticano II ha assunto l'identità di una missione comunitaria di laici che vivono nel secolo trattando le cose temporali, ma ordinandole secondo i dettami della Chiesa, per poi manifestarle agli altri come testimonianza di vita

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nel rispetto della tradizione che distingue l'Arciconfraternita da oltre sei secoli.